sabato 6 febbraio 2016

Pignotti | Liminali ai margini di un naufragio… (note sull'opera di Francesco Aprile e Cristiano Caggiula)

Pignotti | Liminali ai margini di un naufragio…

in Utsanga.it, #07, december 2015

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"Meglio allora lasciare il centro di questa scena, ci dicono Francesco Aprile e Cristiano Caggiula con questa mostra, girare al largo, sistemarci sulla soglia dell’immondo spettacolo, dar vita a operazioni “liminali”, prelevare dall’abbagliante kolossal brandelli di scritture indecifrabili, abradere e riscrivere palinsesti enigmatici, rintracciare mappe di tesori scomparsi, mettere a fuoco scarti di tipografie travolti da apocalittici buchi neri. Dalla centralità alla marginalità, e poi dalla globalità alla particolarità. Dal ” macro ” al ” micro “, insomma. È un aspetto che emerge simbolicamente ma anche in modi determinati nelle opere verbovisive di Aprile e di Caggiula. Il frammento, il dettaglio. L’insieme pare non avere più senso compiuto, lo stesso avviene con le ideologie, o con la storia lineare che ha una finalità. Sono entità compromesse. La singolarità del mondo non sta più nel senso dei grandi significati che gli si danno, appare piuttosto nel dettaglio rivelatore. Quando ci si tuffa nel dettaglio, quando si frammentano le cose, si esce dal reale, dal principio di realtà e si trova la singolarità. È da tempo che si possono per altro apprezzare i dettagli nelle opere d’arte classica grazie alla riproduzione. Quella di cui parla Benjamin, non a caso ispiratore dell’idea di simili sollecitazioni liminali, non è solo la riproduzione tecnica ma è anche la frammentazione che non mantiene più il senso generale, al quale non si dà più un significato generale, ma che conserva sempre e forse rafforza una magia specifica. Si prospetta a questo punto anche una strategia della disconnessione che appare nelle varie sfaccettature verbovisive, critiche e operative di artisti come Aprile e Caggiula ma anche nelle pagine della loro rivista, “Utsanga”, una strategia che è un modo per sabotare le tattiche di induzione alla dipendenza messa in atto da quel meccanismo rappresentato secondo Baumann dalla “Lotteria di Babele”, infinito gioco d’azzardo cui tutti siamo costretti a partecipare sapendo di perdere. E’ auspicabile che una strategia di questo genere produca progetti e pratiche alternative che ci permettano di abbandonare i diktat del sistema e di abbracciare un modo di comunicare migliore Se per arrivarci dobbiamo staccare la spina facciamolo, ma con la consapevolezza di essere sospesi tra il “non più” e il “non ancora “. Del resto la storia iniziata ai margini di un naufragio continua…" (Lamberto Pignotti, http://www.utsanga.it/index.php/pignotti-liminali-ai-margini-un-naufragio/)

giovedì 5 novembre 2015

Liminale. Opere verbo-visive di Francesco Aprile e Cristiano Caggiula, dal 21 novembre a Roma



Liminale. Opere verbo-visive
Una mostra di poesia verbo-visiva
di Francesco Aprile e Cristiano Caggiula
Interventi di Lamberto Pignotti e Giovanni Fontana

21 novembre 2015 ore 17:00
Centro Culturale Gabriella Ferri
Roma – Via Galantara 7





Liminale. Opere verbo-visive è una mostra di Francesco Aprile e Cristiano Caggiula che sarà ospitata dal Centro Culturale Gabriella Ferri, a Roma in via Galantara 7, dal 21 novembre al 6 dicembre 2015. La mostra verrà inaugurata il 21 novembre alle ore 17:00, con interventi da parte dei poeti e poeti verbo-visivi Lamberto Pignotti e Giovanni Fontana. Durante l'inaugurazione verrà presentata la raccolta poetica Dietro le stagioni (i Quaderni del Bardo edizioni, 2015) di Francesco Aprile alla presenza dell'editore Stefano Donno. La mostra, che rientra nelle attività del Centro Culturale Gabriella Ferri, è realizzata in collaborazione con “Biblioteche di Roma”, “Zètema – Progetto cultura”, la rivista trimestrale di critica e linguaggi di ricerca www.utsanga.it, LaNuovaLetteratura – Osservatorio permanente (http://nuovaletteratura.wordpress.com).

La mostra:

Liminale vuole essere uno sguardo alla soglia, allo sconfinamento che ne è caratteristica preponderante. Una zona dell’attraversamento continuo, un orizzonte linguistico dalle accezioni plurivoche. Poesia verbo-visiva come discorso che ingloba una sfaccettatura di segni poietici differenti, legati a doppio filo a quella distruttività che Walter Benjamin, autore della soglia, individuava come punto cardine del superamento, dello sconfinamento, segnandone dunque il carattere positivo. L’immagine benjaminiana della soglia appare qui come punto di sutura fra i diversi linguaggi, fra i diversi segni che concorrono alla determinazione delle opere. La mostra vuole essere un dialogo fra segni e dimensioni poietiche differenti e plurali, dove la parola poetica convive con parole giornalistiche, mediatiche, pubblicitarie, segni e dimensioni materiche, eteroclite, manuali, fino al dissolversi in segni asemantici che della parola sulla pagina hanno poco più che un richiamo o qualche sparuta traccia e aprono al movimento performativo del corpo.  

Il libro:

Dietro le Stagioni di Francesco Aprile rappresenta la prima uscita editoriale della nuova casa editrice iQdB edizioni di Stefano Donno (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno). Il progetto nasce con il placet morale de “I Quaderni del Bardo” il marchio editoriale portato avanti ad oggi da Maurizio Leo (1959, poeta, e grande operatore culturale ) e che gestisce ormai da più di vent’anni anche “Il Bardo”, (direttore responsabile Antonio Tarsi), una rivista dedicata alla cultura tout court, alle tradizioni storico monumentali del Salento, alla poesia.

Note sugli autori:

Francesco Aprile, poeta, poeta verbo-visivo, critico, nel 2010 ha aderito al movimento letterario New Page, fondato nel 2009 da Francesco S. Dòdaro. Qui svolge attività di segreteria e ufficio stampa, curatore di mostre e testi critici; dal 2013 la curatela è a due voci: F. S. Dòdaro-F. Aprile. Ha fondato il gruppo di ricerca e protesta artistica Contrabbando Poetico (2011) e la rivista di critica e linguaggi sperimentali http://www.utsanga.it (2014, con Cristiano Caggiula). Nell’ambito dei linguaggi di ricerca è presente con edizioni presso istituzioni e biblioteche come il Poetry Library (Londra), MACBA-Centro de documentacion (Barcellona), Tate Library (London), e con opere presso ArtPool Art Research Center (Budapest) e collezioni private, Imago Mundi (Fondazione Benetton). Ha curato con Cristiano Caggiula il volume collettaneo Snapshots Narrations per Unconventional Press, 2014. È presente nel volume An Anthology of Asemic Handwriting (2013), e in riviste quali Letteratura e Società, Revista Laboratorio (Universidad Diego Portales, Cile), Infinity’s Kitchen (USA), La Clessidra, Il foglio clandestino, S/V Revue (Lione), Rivista di studi italiani (Toronto), Coldfront-A Vispo supplement (Toronto).

Cristiano Caggiula, poeta, manifattore di cascami segnici, nel 2011 ha aderito al gruppo di ricerca e protesta artistica Contrabbando Poetico. Nel 2014 ha fondato la rivista di critica e linguaggi sperimentali «Utsanga», http://www.utsanga.it (2014, con Francesco Aprile). Nel 2014 cura con Francesco Aprile il volume collettaneo Snapshots Narrations, per Unconventional Press. Nel 2015 è presente in Alpha Bet a Test: The Eye Am Eye Asemic Anthology, nello stesso anno per Unconventional Press  Hekátē atto II, piccola pubblicazione  artigianale.

  
Cristiano Caggiula



 
Francesco Aprile

venerdì 15 maggio 2015

Alda Teodorani recensisce "hekátē atto II" di Cristiano Caggiula

Alda Teodorani recensisce "hekátē atto II" di Cristiano Caggiula

"hekátē atto II, col profumo degli autori francesi che lui ama, una raggiunta maturità lunguistica – mai p(l)acata – e le sue parole-pietre scagliate con sapienza nella mente del lettore, riferimenti archetipici, ermetici. E sopra(t)tutto il suono" (Alda Teodorani)
Continua a leggere al link: Cristiano Caggiula - hekátē atto II

martedì 10 marzo 2015

Cristiano Caggiula, hekátē atto II

Cristiano Caggiula, hekátē atto II, Lecce, Unconventional Press - Poesia, febbraio 2015
Tiratura: 100 copie
Incellofanato, titolo a carte sciolte
pp. 15



Dalla postfazione di Francesco Aprile:


Se il lettore vorrà ingabbiare il costrutto poetico di Caggiula sotto l’orbita di una concezione spazio-temporale o ancor peggio nell’alcova disonesta e gerarchica di un dogma, ecco, allora il lettore uscirà sconfitto e perso e tradito nella caducità delle parole, laddove è l’orbita semantico-lessicale della rivolta la preponderanza dell’eccesso che invade e travalica e unisce i termini della poetica. Rivolta. Perché in un tempo della parola celata nell’immondizia ed essa stessa rifiuto, malalingua di potere e coercizione, affibbiata ad un uso che si vorrebbe veloce, ma invece appare superficiale e modesto per bagaglio di scelta e vastità, poca, di lingua, la proposta di Caggiula è una sfida. Una sfida alla consumazione del linguaggio ordinario. Una matrice poetica che accresce il piano dell’opera sotto la spinta di una ricchezza lessicale che sfregia l’ordinarietà del contesto, sbrecciandolo, snervandolo, accusandolo di tradimento nei confronti della lingua, qui da intendere come bagaglio di una umanizzazione ormai dispersa che oggi, appunto, latita e dimentica la concatenazione dell’uomo col mondo in quanto esperienza primaria che nell’uomo allatta la travalicazione. È questa ricchezza semantica, concettuale, della parola che in Caggiula gioca coi piani sfalzati di un tempo, propriamente umano, che sconfina e non conosce alito di passato o futuro, ma si sostanzia in un continuum paradossale di irripetibilità, dunque di presente, coerente con un tempo che sfonda il quadrante dell’orologio, spezza le catene dell’ordine preconfezionato, consapevole che l’esperienza pregressa dell’uomo è linfa e sostanza e bagaglio prezioso che tiene insieme le fila dei tempi delle generazioni, per l’appunto in un ambito di continuità, circolare, uroborica, che funge da humus all’irripetibilità della vita, in quanto parte importante di quel costrutto che rende umana l’esistenza. Il testo, orizzontale, rizomatico, ha l’andamento naturale del lasciare tracce, impronte, segni, segmenti di un passaggio umano, di un pensamento che similmente all’animale che percorre la natura, percorso da essa, lascia lungo il suo attraversamento, così l’uomo, umanizzato il mondo, è dal mondo percorso. Ogni parola è il seme di una o più possibilità. Vie di fuga. Travalicamenti della proposta poetica e della lingua dell’uso comune, qui affrontata col piglio dello sdegno, della rivolta, del non rassegnarsi ad una morte impietosa del linguaggio, avvilito nello svalutamento. Dunque l’andamento rizomatico, non verticistico, riconsegna la proposta alla dimensione umana di una primavera di Giove, dove l’epicentro di una mediterraneità ritrovata, greco/romana e figlia del fulmine, torna nella convinzione del parlare da pari a pari, nell’eco della rivolta come quotidianità esistenziale, modalità del mettere e mettersi in discussione, col pensiero e con le tracce dell’azione.


martedì 6 gennaio 2015

utsanga.it third issue: open call

utsanga.it, magazine of experimental languages, open call for: vispo, asemic, digital, techno poetry, video, installations, poetry, critical notes and short essays.

utsanga.it third issue: march 2015

end of submissions: 28-02-2015

send to:
redazione@utsanga.it

mercoledì 20 agosto 2014

Il segno totale. Luc Fierens e Francesco Aprile

Il segno totale. Poesia: dalla parola al segno è una mostra di scritture di ricerca che si svolgerà presso il Fondo Verri di Lecce dal 13 al 24 settembre, e che vede dialogare due generazioni poetiche, due approcci che attraverso percorsi diversi si strutturano sulla portata sociale della parola. In mostra opere di Luc Fierens e Francesco Aprile. Poesia verbo-visiva, scritture asemantiche, comunicazione pubblicitaria, giornalismo, new media, si incontrano dettando nuovi ritmi e vicissitudini della parola poetica fattasi segno, lacerazione e incontro, rimembranza archetipa ed esplosione sociale. L’impegno è costante, la militanza appare intrinseca nella ricerca delle nuove possibilità del linguaggio poetico che dalla parola si lega a differenti linguaggi, diventando segno.
Inaugurazione sabato 13 settembre 2014, ore 20:00, presso il Fondo Verri, a Lecce in via Santa Maria del Paradiso.
La mostra rientra fra gli eventi del Bitume Photofest, festival di fotografia contemporanea.



Luc Fierens, note sull’opera:
Fierens entrò in contatto con performers e poeti del movimento durante gli anni '80, e da allora continua a lottare poeticamente, ricercando senza sosta occhi che possano leggere [...] attraverso immagini che ti urlano in faccia incazzate, rock. L'Italia per lui resta ancora la terra madre, fertile, che conserva una memoria. E ne soffre il suo richiamo continuo. Non è una questione di mercato, non lo è mai stata, resta invariato il carattere di fenomeno marginale. Come ha già detto qualcuno, la forza della Poesia Visiva sta nell'aver resistito a 50 anni di insuccessi (e nell'aver comunque preso una portata internazionale, aggiungerei io). Nel caso di Luc Fierens la lealtà ai principi è mostrata dalla tenacia e dalla passione con cui si dedica al suo lavoro artistico, e dal bisogno di condividere ciò con qualcuno che possa capirlo. (Elisabetta Falanga)
La ricerca di una consapevolezza sociale è la posizione politica di Fierens. L’andamento etico della sua proposta poetica. Un invito che vivifica un approccio che vede l’arte come momento privilegiato per il raggiungimento di un ordine sociale non repressivo. La parola-immagine appare come segno connotativo della base reale del contesto immaginifico, e volge lo sguardo all’indirizzo possibile di nuovi sviluppi poetici e vitali. L’orizzonte utopico di un possibile reale. Una linea guida. (Francesco Aprile)

Francesco Aprile, note sull’opera:
L’efferatezza del simbolo è guerra visiva. Il labirinto poetico confonde la solitudine dell’azione verbale impressa nell’obolo pragmatico. MANIFESTO, riflesso nervoso del linguaggio privo di controllo ma non di obiettivo, inaspettatamente sfiora la reazione convertendo la muta interpret-azione in boato della coscienza. Fonemi-opliti, dall’armatura galvanizzata preparano l’assedio finale, è il momento di scegliere da che parte guerreggiare. Aprile lancia una sfida: l’egocentrismo della parola o il capovolgimento del fronte semantico contro  la  storia, strumento devoto ad una società assente e avvizzita nel foraggiare il luogo comune, questo ultimo fondamento dell’ordine-archetipo. Prepararsi alla disfatta, non soccombere  per occultare il linguaggio accessorio e infiammati dalla poiesi, accostarsi all’esalazione semantica e pregarne la morte. (Cristiano Caggiula)
Il lavoro di Aprile vive nell'esplorazione dell'ineffabile; può non comunicare in modo tradizionale, ma lo fa usando un movimento casuale, un significato casuale, uno sviluppo casuale per recuperare una comunicazione dall'oltre. Uno degli aspetti del lavoro di Aprile è il magistrale uso degli spazi bianchi. Ci sono costruzioni dal controllo intenso. (Bill Di Michele, in Tip of the knife. Visual Poetry magazine, giugno 2014)

Note biografiche:
Luc Fieren (1961, Mechelen, Belgio) è collagista e poeta – provocatore visivo, è attivo in una rete di interrelazioni tra artisti nell'ambito della Poesia Visiva, Arte Postale e Fluxus. Le sue diverse espressività mettono l'accento su linguaggio e immagine come materia prima di esplorazione di forme alternative di comunicazione. In quest'ottica ha promosso un dialogo transnazionale, a partire dal 1984 e già prima della diffusione di Internet, mediante progetti di arte postale (Social-Art, Cornucopiae...) e pubblicazioni (i Postfluxpostbooklets). Attualmente la sua ricerca continua come “architettura sociale” con artisti con i quali scambia, trasmette e finalizza arte e progetti di collaborazione via posta ed e-mail e con i quali organizza incontri, performance, pubblicazioni e mostre. I suoi lavori e le pubblicazioni si trovano in archivi di grande interesse (Archivio R& M. Sackner-Miami, Artpool-Budapest), biblioteche (biblioteca del MoMa, Università di Buffalo), musei (Mart-Trento e Rovereto) e diverse collezioni private.

Francesco Aprile (1985, San Cesario di Lecce, Italia) è giornalista, poeta verbo-visivo, aderisce nel 2010 al movimento letterario New Page – Narrativa in store fondato l’anno precedente da Francesco Saverio Dòdaro; qui pubblica, in store, 38 testi (sui versanti della ricerca letteraria, sia narrativa – 33 - che poetica - 5). Dal marzo 2013 la curatela del movimento è a due voci: F. S. Dòdaro – F. Aprile. Nell’aprile 2011 fonda il gruppo di ricerca e protesta artistica Contrabbando Poetico, firmandone il primo manifesto. Nell’ambito della poesia verbo-visiva, suoi lavori sono archiviati presso biblioteche e musei, italiani e stranieri, fra i quali si segnalano il Poetry Library (Londra), l’Akademieder Künste (Berlino). È presente in riviste nazionali e internazionali fra le quali si segnalano Verde (Roma), S/V Revue(Lione), Rivista di Studi Italiani (Toronto), La Clessidra (Edizioni Joker), Letteratura & Società (Luigi Pellegrini Editore), Otoliths (Australia), Il foglio clandestino (Milano), Infinity’s Kitchen (USA) e altre ancora.